domenica 24 gennaio 2016

Quando cercammo la felicità negli "altri."

Tempo fa ho conosciuto Anna una donna di cinquanta anni, molto bella, colta …. Ma con un problema. (diretti che non è la prima) 
A suo dire doveva provvedere lei al mantenimento della famiglia, perché suo marito non era capace. E questo gli pesava molto, perché lei si aspettava che fosse,il suo marito come capo famiglia ad assumere la responsabilità, era sempre stato lui a gestire la parte economica, lei anche si lavorava non si era ma occupata di sapere quanto aveva o non aveva in banca, cosi era stato con suo padre cosi era con suo marito.

Alla mia domanda, di cosa era successo, mi ha risposto, che erano andate male varie sue  iniziative, è di conseguenza la perdita di tutto, era depresso e non vedeva un modo di uscirne.
Alla mi domanda, ma alla tua realizzazione e la tua felicità secondo te, chi deve cercarla?                                                                       Mi hai risposto” il mio marito logicamente. “ Le dissi, che cosi facendo metteva il suo potere in mano ad una persona che non era in grado di prevedere a se stessa, che le sue aspettative erano destinate allo fallimento.
                                     Che era “Lei” e solo “Lei” L’artefici della sua felicità. Lo, pregata di riflettere in tutto ciò.

A questo proposito mi capitatò questi giorni sotto mano vario materiale sugli accordi spirituali, tema per alcuni sconosciuto, ma so che molte persone che leggono i miei articoli sano di cosa parlo (solo in una giornata ho avuto 133 visite) anche di più per alcuni e poco ma io sono contenta e ringrazio le persone che mi seguono.

Tornando al discorso di prima, una delle frasi che mi ha colpito é questa “ Se la morte non e la fine, la nascita e l’infanzia non sono l’inizio”.                                                                                        Che cosa siamo venuti a fare ? può darsi che la chiave per molte nostre domande stia qui ….

Voltando i’argomento felicità, il primo sbaglio che viene mezzo in evidenza in questo materiale è:

E’ che noi molto spesso pensiamo che la nostra felicità stia negli’altri. Ciò che succede creammo un circolo vizioso. 

Mettiamo la responsabilità della nostra felicità nel nostro compagno, nella nostra famiglia, negli amici nel capo nel denaro 

….                        in altre parole mettiamo la nostra forza il nostro potere la nostra vita senza renderci conto nella mano dell’altro.                                                                       Proiettano negli altri tutta una  seri di attese, che è l’altro che, devi renderci conto della nostra felicità.                                                                                                         Ma l’altra persona quando senti il peso di tutte le nostre attese o aspettative  addosso, inizia a sentirsi anche lei alla sua volta soffocata, ciò finisce per intrappolare la relazione.

                                            Sorgono i mali intesi, il vuoto nel petto, il dolore, la angoscia perché pensiamo che l’altro abbia il dovere di portarci la felicità.

Allora e necessario che comprendiamo che la felicità avviene quando noi assumiamo la responsabilità della nostra vita, non aspettiamo che qualcuno glielo dica come deviamo fare, dobbiamo fare a modo nostro, come siamo  ed investire nel nostro io ad essere noi stessi.

Si vi piaciuto  quest’argomento lasciate  un commento, manda una mail che risponderò al più presto.

Siete luce.


Maria das Dores        thetanatura@gmail.com

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